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L’argento e le sue nanoparticelle (AgNP) da circa 20 anni vengono identificati come elementi o aggregati molecolari ideali per inibire gli agenti patogeni in ambito wound care grazie alla loro attività antimicrobica ad ampio spettro ed alla loro scarsissima istolesività .
Il meccanismo principale alla base delle proprietà antimicrobiche dell’argento e dei suoi derivati è dovuto al legame dei gruppi tiolici, che disattiva le proteine enzimatiche nella membrana cellulare dei batteri. Queste proteine di membrana sono responsabili del trasporto degli ioni e della produzione di energia endocellulare . E’ stato anche documentato che l'argento implica reazioni di ossidazione catalitica particolarmente efficaci nella batteriostasi.
L'argento catalizza l'ossigeno nella cellula e l'idrogeno dei gruppi tiolici forma legami di solfuro, che modificano la struttura proteica della cellula, portando a disfunzioni cellulari alla base dell’attività microbicida sia sui ceppi batterici che fungini
In passato, nonostante le proprietà antimicrobiche dell’argento fossero ben note, il suo utilizzo era limitato non solo a causa della convinzione che gli ioni argento potessero influire sulla salute del paziente interferendo nel metabolismo anche delle cellule che componevano i tessuti, ma anche per il timore di un’azione cancerogena, sebbene non sia mai stato dimostrato che l’argento abbia effetti mutageni, neurologici o disriproduttivi. Successivamente altri composti Nanoparcellari legati all’argento con un rapporto area-volume più elevato sono stati sviluppati per produrre medicazioni per ferite. Questi preparati hanno evidenziato in numerosi studi una maggiore efficacia di inibizione batterica rispetto all’argento colloidale. È stato dimostrato che hanno la capacità di inibire le infezioni sul sito della ferita causate da batteri sia gram-positivi che gram-negativi. È stato inoltre documentato come l'argento presenti una forte capacità di inibizione della crescita di ceppi micotici.
Le medicazioni in nanofibra caratterizzate dalla presenza di Ioni argento in concentrazione tra 1 e 2 % vengono utilizzate anche per trattare le ferite da ustione contaminate, i risultati non erano statisticamente significativi, gli autori presumevano che ciò fosse dovuto alla bassa concentrazione di argento caricato nella medicazione rispetto ai prodotti commerciali sul mercato.
Negli ultimi anni un ulteriore progresso è stato ottenuto sviluppando medicazioni con fibre di carbone attivo contenenti argento. Questa medicazioni sono state poi confrontate con medicazioni all'argento in soluzione per determinarne l'efficacia. Da queste esperienze si è visto che le fibre di carbonio attivo contenenti argento mostravano proprietà antibatteriche e la concentrazione di argento anche al di sotto di 1% garantiva comunque una buona risposta antisettica.
Attualmente l’argento, in varie forme nanoparcellari, viene diffusamente proposto come agente per il controllo della carica batterica e micotica delle lesioni croniche della cute