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I principali antisettici usati nella pratica clinica: attività, efficacia e ambiti di utilizzo

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Negli ultimi decenni le innovazioni tecnologiche e le nuove acquisizioni in ambito microbiologico hanno comportato profonde modifiche nella pratica clinica dell’utilizzo delle sostanze antisettiche. Alcuni antisettici sono stati sostituiti da composti più efficaci e maneggevoli altri hanno visto crescere le indicazioni e la frequenza di utilizzo.  Riportiamo in seguito i principali composti comunemente disponibili in Italia caratterizzandone per ognuno l’attività, l’efficacia, i vantaggi e i possibili svantaggi nell’utilizzo accanto ai principali campi di applicazione    

Giova ricordare che indipendentemente dal tipo di soluzione che andremo ad utilizzare esistono una serie di raccomandazioni che valgono indipendentemente dal tipo di composto adottato 

L’antisepsi deve sempre e comunque essere preceduta dalla detersione della lesione. solo allontanando lo sporco si può eseguire un’azione disinfettante energica ed efficace .

Tutti gli antisettici/disinfettanti usati in modo improprio possono determinare effetti indesiderati. 

Una concentrazione o una quantità maggiore di quanto indicato nelle confezioni e non aumenta generalmente l’efficacia, ma può contribuire ad aumentare la resistenza. 

Quando si apre una confezione scrivere sempre la data di apertura sul flacone.  Non lasciare i contenitori dei disinfettanti/antisettici aperti per lungo tempo e non contaminare la parte interna dei tappi (poggiare il tappo rovesciato). Mantenere il prodotto nella confezione originale, se necessaria diluizione seguire le modalità concordate.  E’ fondamentale attenersi ai tempi di contatto indicati nell’etichetta. Non toccare l’imboccatura con mani, garze, cotone, ciotole o la superficie delle ferite per evitare di contaminare l’erogatore. Non rabboccare.   Conservare al riparo dalla luce e da fonti di calore, porre particolare attenzione ai simboli di tossicità posti sulla confezione e seguire eventuali indicazioni specifiche di stoccaggio (per esempio evitare accumulo di disinfettanti alcolici iu un locale a rischio di incendio ). 

Prima di impiegare o consigliare un antisettico verificare sempre l’eventuale pregressa presenza di reazioni di tipo allergico o di ipersensibilità, che ne potrebbero sconsigliare l’uso. E’ largamente condiviso in letteratura l’opportunità di limitare, per quanto possibile, l’applicazione di antisettici su cute lesa. Qualora si renda necessaria la diluizione di antisettici usare sempre acqua deionizzata o soluzione fisiologica. 

 Attività Responsabilità Documenti   Non conservare batuffoli imbibiti di antisettico.  Privilegiare l’impiego di contenitori di ridotta capacità.  Gli antisettici da utilizzare su mucose o cute lesa devono essere in soluzione acquosa: l’alcool ha effetto essiccante e irritante su mucose e tessuti lesi.  Le soluzioni acquose, soprattutto se a basse concentrazioni di antisettico, sono soggette a facile contaminazione: rinnovarle di frequente e conservarle con cautela.  

 Verificare la compatibilità tra articolo da trattare e disinfettante.  Garantire la perfetta detersione preliminare del dispositivo da trattare.  Il disinfettante una volta diluito deve essere utilizzato entro breve tempo (indicato nella scheda tecnica del prodotto).  Operare seguendo una procedura validata soprattutto per i dispositivi più complessi, rischiosi e costosi (es. sonde endoscopiche). Non associare tra loro arbitrariamente più sostanze al momento dell’uso (es. detergente + disinfettante) perché vi possono essere incompatibilità  Se necessario diluire i disinfettanti seguire le indicazioni e rispettare i tempi di conservazione segnalati. Prima di una successiva diluizione pulire il contenitore

 

Clorexidina 

La clorexidina è un antisettico di sintesi chimica ad ampio spettro d'azione, attivo verso batteri Gram-positivi e Gram-negativi, non particolarmente efficacie verso i miceti se non a concentrazioni elevate.        Ha un'azione prevalentemente di tipo battericida, agisce infatti danneggiando la drasticamente la permeabilità della membrana cellulare alterandone la struttura proteica; ciò provoca la precipitazione di diverse macromolecole citoplasmatiche e la susseguente morte cellulare per lisi della cellula batterica.  Le proprietà antibatteriche della clorexidina sono maggiori sui cocchi Gram-positivi e minori sui Gram-negativi. Ha anche un'attività moderata contro i virus con pericapside, i batteri non capsulati, mentre i virus e le spore sono comunemente resistenti alla Clorexidina.

Clinicamente presenta il vantaggio di una lunga durata d'azione, in particolare  sulla mucosa orale senza tuttavia venire assorbita dalla stessa mucosa.  Inoltre la clorexidina è al 100% escreta non metabolizzata. 

La clorexidina ha una peculiarità:  la sostantività; questa proprietà fa sì che questo antisettico rimanga legato nei tessuti molli e perduri per 8-12 ore, permettendo un'azione antisettica utile pr un tempo significativamente lungo orale.  Per questa peculiarità la Clorexidina è usata prevalentemente come principio attivo nei collutori per prevenire la formazione della placca dentale e per ridurne la patogenicità di questa.  La condizione per manifestare la sua attività antimicrobica presuppone il contatto di almeno 5 minuti tra la sostanza stessa e i tessuti.   Per queste caratteristiche la clorexidina è l’antisettico di riferimento per la l’antisepsi del cavo orale. Sulla cute e sulla cute lesa è meno molto utilizzata peche è meno efficace su Micobatteri, Virus, Miceti, Spore e perche presenta resistenze accertate su batteri patogeni come svariate specie di  Pseudomonas,  Proteus , Serratia e Aspergillus 

La presenza di sostanze organiche sul fondo della lesione limitano in modo significativo l’attività 

Non va utilizzata su tessuti cruentati per la sua azione istolesiva residua specie in caso di applicazioni ripetute e con tempi di contatto elevati. In alcune pubblicazioni scientifiche sono state segnalati un discreto numero di casi dermatiti eczematose da contatto in soggetti sensibili. 

Alcune creme con l'aggiunta di clorexidina vengono usate per curare l'acne stafilococcica e altre infezioni della pelle. La clorexidina viene usata in generale per la detersione della pelle, nello scrub chirurgico, e per la detersione pre-chirurgica.  Può essere usata come agente antisettico per la preparazione della cute prima di iniezioni intramuscolari, ipodermiche nei soggetti con allergia documentata allo iodio o ad altri antisettici 

 

Meprobromina 

La merbromina è un organometallo a base di mercurio, utilizzato come antisettico per uso topico, in virtù della sua azione batteriostatica sia su batteri Gram-positivi, sia su batteri Gram-negativi. . 

Le sue caratteristiche antisettiche furono scoperte nel 1919 dal medico Hugh Young, del Johns Hopkins Hospital. Molto utilizzato in Europa come antisettico fino alla fine degli anni 80 attualmente il suo utilizzo è molto ridotto ed in alcuni paese non è più disponibile in commercio in quanto come antisettico è stata sostituita da agenti più efficaci (tra cui lo iodopovidone, l’ipoclorito di Sodio, il cloruro di benzalconio e altri.

La merbromina viene comunemente impiegata per la disinfezione e la pulizia delle ferite e come cicatrizzante per piccole ferite, ustioni o abrasioni; se ne consiglia l'uso in piccole quantità, 2 o 3 gocce per 2 volte al giorno. 

La merbromina viene utilizzata anche come tintura, in ambito medico, per evidenziare i margini di campioni di tessuto analizzati nei laboratori, e, in ambito industriale, come liquido penetrante utilizzato per verificare la presenza di crepe nei metalli, nell'ambito dei controlli non distruttivi. 

Uno svantaggio derivante dall'uso della sostanza è che, a causa del suo colore rosso scuro intenso , essa rende più difficile individuare un eventuale eritema o infiammazione formatisi attorno alla ferita (i quali possono indicare la presenza di un'infezione in corso).  Per questa caratteristica molte società scientifiche che si interessano di wound care ne sconsigliano l’utilizzo 

Inoltre, si sconsiglia l'uso della merbromina anche in associazione con detergenti e disinfettanti, come acqua ossigenata e composti contenenti iodio. 

Nel 1998 la Food and Drug Administration ne ha vietato la distribuzione negli Stati Uniti, per sospetta tossicità da mercurio.  Per lo stesso motivo, dal 2001 non viene più usata neanche in Brasile e il suo impiego in luogo di altri disinfettanti privi di mercurio è tuttora una questione controversa anche in altri Paesi, quali la Germania e l'Inghilterra.  In Italia è ancora disponibile 

 

 

Permanganato di potassio

Il permanganato di potassio o potassio permanganato è il composto inorganico con formula KMnO4. In condizioni normali è un solido cristallino dal tipico colore viola scuro.  È un ossidante molto energico, importante prodotto industriale ma utilizzato per molto tempo come principio attivo nelle soluzioni antisettiche per la cute. 

Il permanganato di potassio è uno dei farmaci considerati essenziali dall'Organizzazione mondiale della sanità. Viene usato per trattare varie lesioni elementari della cute come tricofitosi, impetigine, pemfigo, ferite superficiali, dermatite e ulcere tropicali  Viene usato anche per controllare i parassiti dei pesci.

Il composto ha una tossicità  relativamente bassa, ma a causa delle sue proprietà ossidanti è fortemente irritante per gli occhi, per le vie respiratorie, per la pelle e per ingestione. Non ci sono dati che indichino proprietà cancerogene che tuttavia sembrano essere escluse .

È fortemente tossico per le acque con effetti di lunga durata. Per le sue proprietà ossidanti può reagire in modo anche esplosivo con sostanze organiche in genere e composti inorganici facilmente ossidabili.

Resta molto utilizzato come  disinfettante soprattutto in ambiente ospedaliero,  mentre come antisettico sulla cute integra o lesa ha un impiego molto ridotto ed in molti paesi europei non viene pressochè quasi più utilizzato. 

Acido Borico 

L'acido borico, o acido ortoborico ,più raramente acido boracico  è un acido debole usato spesso come antisettico, insetticida, disinfettante, ritardante di fiamma e in laboratorio per la preparazione di alcune soluzioni.

Esiste in natura in forma di cristalli incolori o polvere bianca. È solubile in acqua. È un acido debole, la cui costante di dissociazione acida Ka è 5,81 × 10-10 . In soluzione acquosa diluita (dal 3% al 5% circa) viene utilizzato come disinfettante; tale soluzione prende il nome di acqua borica e viene tuttalpiù usata dopo bagni in acque ricche di plancton e per contrastare l'alcalinità di saponi, come antisettico, antimicotico, fungicida e in oculistica (occhi arrossati e congiuntiviti). 

L’impiego delle soluzioni di acidi borico come antisettico è molto ridotto e opportunamente diluito è usato principalmente in oculistica ed in ginecologia. Negli ultimi anni si è molto ridotta la sua frequenza di utilizzo vista la disponibilità di prodotti con spettro di azione ed efficacia molto più ampi e specifici

Grazie alle sue virtù antisettiche, questo composto chimico è ritenuto  adatto per il trattamento di piccole ustioni cutanee. Può rivelarsi pertanto utile anche in caso di lievi scottature solari. Serve a disinfettare la pelle irritata e screpolata e nel trattamento dell’acne. Possono essere pertanto applicati degli impacchi direttamente sui foruncoli e sulla pelle arrossata per ridurre lo stato infiammatorio. Inoltre, è un rimedio utile in caso di punture di insetti a scopo antisettico e per lenire l’arrossamento 

 

 

Acqua Ossigenata 

Il perossido di idrogeno, noto anche come acqua ossigenata, è il più semplice dei perossidi. La sua formula chimica è H2O2. Fu sintetizzato per la prima volta nel 1818 da Louis Jacques Thénard. La sua molecola non è planare: i due legami O-H formano tra loro un angolo diedro di 111Come antisettico[modifica | modifica wikitesto]

È utilizzato come antisettico per escoriazioni, ferite e ulcere. Nell'utilizzo bisogna evitare che venga a contatto con la pelle sana e con gli occhi. Da evitare preparati che contengano potassio permanganato o ioduro per incompatibilità. Si utilizza in misura che varia dal 3% al 6% (20 volumi) mentre dosi maggiori vengono diluite.[11] 

Le bollicine che si formano al momento del contatto originano per azione via dell'enzima catalasi che si trova diffusamente nei tessuti animali e che scinde la composizione del perossido liberando l'ossigeno, ciò comporta che la parte del tessuto necrotizzato si distacchi. Questa reazione sviluppa calore e comporta un certo grado di irritazione e dolore 

L'azione disinfettante è dovuta a un duplice meccanismo: da una parte l'acqua ossigenata agisce come ossidante, denaturando le proteine; dall'altra la formazione delle bollicine di ossigeno pulisce meccanicamente la ferita, eliminando eventuali batteri che si fossero annidati al suo interno.

L'acqua ossigenata si trova in commercio sotto forma di soluzione acquosa. Per indicare la concentrazione di acqua ossigenata si indicano i cosiddetti "volumi", che esprimono il numero di litri di ossigeno che possono essere sviluppati in condizioni normali da un litro di soluzione acquosa di perossido di idrogeno.

Ad esempio un litro di soluzione di H2O2 a 5 volumi può sviluppare 5 litri di ossigeno, e corrisponde a una concentrazione dell'1,46% in peso. 

In genere i fornitori per laboratori di analisi chimiche indicano la concentrazione percentuale dell'acqua ossigenata, mentre i produttori di articoli destinati all'uso domestico indicano i "volumi". Qui di seguito è riportato un elenco con le due misure di concentrazione a confronto: 

Perossido di idrogeno 3% corrisponde a volumi 10

Perossido di idrogeno 3,6% corrisponde a volumi 12

Perossido di idrogeno 10% corrisponde a volumi 34

Perossido di idrogeno 30% corrisponde a volumi 111

Perossido di idrogeno 40% corrisponde a volumi 154

Come antisettico l’acqua ossigenata di usa a concentrazioni non superiori ai 15 volumi. Concentrazioni elevate sono molto tossiche, potenzialmente anche letali, soprattutto se il prodotto è ingerito.

 

Ipoclorito di sodio ( Clorossidante elettrolitico) 

Il Clorossidante Elettrolitico è una preparazione di sodio ipoclorito caratterizzato da un elevato grado di purezza, stabilità e istocompatibilità, ottenuta mediante elettrolisi parziale a partire da una soluzione di cloruro di sodio. L’elevato grado di purezza delle materie prime con le quali vengono preparate le soluzioni antisettiche a base di clorossidante elettrolitico 0,05-0,1% garantiscono la qualità farmaceutica dei prodotti commercialmente disponibili. Il potere disinfettante di tutti i composti che liberano cloro viene espresso come “cloro disponibile”. Il cloro disponibile viene espresso in percentuale per i prodotti solidi, in parti per milione (ppm) per le soluzioni in rapporto alla concentrazione.

Meccanismo d’azione L’efficacia microbiologica del clorossidante elettrolitico è dovuta all’acido ipocloroso indissociato (HOCl) che possiede potenti proprietà ossidanti e, grazie all’assenza di carica elettrica ed alle modeste dimensioni molecolari, si diffonde facilmente attraverso la membrana microbica. Una volta penetrato all’interno della cellula l’acido ipocloroso espleta la sua azione inattivando diversi gruppi funzionali ed in particolare ossidando irreversibilmente i gruppi sulfidrilici delle proteine. Particolarmente sensibili risultano i sulfidril-enzimi dei sistemi enzimatici necessari per il metabolismo delle cellule microbiche, che quando inattivati dall’acido ipocloroso, provocano il blocco del ciclo energetico causando la morte della cellula. L’efficacia microbiologica viene mantenuta anche a concentrazioni molto basse di cloro disponibile (100 ppm) minimizzando gli effetti citotossici di tali antisettici nei confronti dei tessuti di applicazione.

Spettro d’azione Gram positivi: +++, Gram negativi: +++, Micobatteri: ++, Miceti: ++, Virus lipofili: ++, Virus idrofili: ++, Spore: ++. 10

Resistenze accertate I Micobatteri necessitano di percentuali elevate di cloro disponibile. Alcune specie sporigene come il clostridium tetani necessitano sia di concentrazioni elevate che di tempi di contatto prolungati. I valori di pH di 7,6 risultano essere i migliori per l’attività sporicida.

Fattori interferenti La loro attività viene ridotta dalla presenza di sangue, pus e sostanze organiche ed è influenzata dal pH.

Tossicità Sono tossici se ingeriti.

Avvertenze Vanno conservati in recipienti ben chiusi, al riparo da luce e calore. Non vanno miscelati con acidi e formaldeide. Sono corrosivi su superfici metalliche. Sono commercialmente disponibili soluzioni antisettiche a base di clorossidante elettrolitico a diverse concentrazioni: quella allo 0,05% è efficace per l’antisepsi della cute lesa, quella allo 0,1% è indicata per l’antisepsi della cute integra

 

 

 

Iodopovidone

Lo iodopovidone (PVP-I) è un complesso ottenuto dalla combinazione del polimero polivinilpirrolidone (PVP) con lo iodio sotto forma di ioni triioduro. Il PVP fu scoperto da Walter Ripper e brevettato nel 1939. Combinato con lo iodio a formare lo iodopovidone, fu invece introdotto e commercializzato a partire dal 1955 diventando ben presto uno dei disinfettanti a base di iodio più utilizzato al mondo. 

Un prodotto a base di iodopovidone è presente oggi nella cassetta di pronto soccorso delle aziende e sui luoghi di lavoro come previsto dall'allegato 1 del Decreto Ministeriale n. 388, del 15 luglio 2003.

L'uso più comune di questo principio attivo, in varie forme e associazioni, è quello di disinfettante della cute o delle ferite, per trattamenti antisettici e, opportunamente diluito,  per l'igiene orale. Essendo solubile sia in acqua sia in alcol o altri solventi, di solito è presentato come soluzione idroalcolica (es. per uso esterno al 10%). 

Da evitare in caso di allattamento materno o ipersensibilità nota al farmaco; alcuni test (come quella della funzionalità della tiroide) possono venire alterati. È inoltre controindicato nei bambini di età inferiore ai 6 mesi, in donne in gravidanza, su superfici estese, per interventi chirurgici in prossimità di mucose, in caso di intolleranza allo iodio, nei pazienti affetti da ipertiroidismo. 

Fra gli effetti collaterali più frequenti si riscontrano dermatiti e mucositi idiosincrasiche particolarmente frequenti nei soggetti allergici o con diatesi atopica 

Buon antisettico, possiede un ampio spettro d’azione tuttavia può risultare non sempre efficace in caso di lesioni infette per insufficiente tempo d’esposizione o per la presenza di materiale organico che tende a conglutinarlo e a limitarne il contatto con le superfici.

Resistenze accertate a Pseudomonas cepacia, Pseudomonas aeruginosa, alcuni ceppi di Staphylococcus. •Attività ridotta a pH basico ed in presenza di alcali e di quantità di materiali organici. . Incompatibilità con acetone, Incompatibilità con acetone, acqua ossigenata e composti del mercurio acqua ossigenata e composti del mercurio. E’ tossico per i fibroblasti anche a concentrazioni minime e se viene utilizzato per lungo tempo possono evidenziarsi fenomeni allergici (DAC) nei confronti dello iodio e • possono provocare grave acidosi metabolica se applicati su ustioni che superano il 20% della superficie corporea. 

Non esporre a luce e calore. Colora cute e superfici. •Manifesta un’azione corrosiva sui metalli (Cu, Al) •Evitare l’utilizzo nel lattante fino al sesto mese di vita e in gravidanza per il rischio di potenziale assorbimento.

 

 

Il poliesanide ( poliesametilene biguanide , PHMB)

E’ un polimero usato come disinfettante e antisettico . Nell'ambito medico, in particolare dermatologico ha dimostrato di essere efficacecontro Pseudomonas aeruginosa , Staphylococcus aureus (anche il tipo resistente alla meticillina , MRSA ), Escherichia coli , Candida albicans (lievito), Aspergillus  vancomicina resistente enterococchi , e Klebsiella pneumoniae

E’ comunemente utilizzato, in particolare negli Stati Uniti ed in Canada attraverso irrigazioni o impacchi a contatto diretto nelle lesioni ulcerative cutanee 

Alcuni prodotti contenenti PHMB sottoforma di sale cloridrato in soluzione  sono utilizzati per l'irrigazione interoperatoria, la disinfezione pre e post-chirurgica della pelle e delle mucose, le medicazioni post-operatorie, le medicazioni chirurgiche e non chirurgiche e nelle ferite croniche come l'ulcera del piede diabetico e le ustioni 

Opportunamente diluito è anche presente in alcuni colliri per il trattamento delle congiuntiviti batteriche 

PHMB è anche usato come ingrediente attivo in alcuni prodotti per la pulizia delle lenti a contatto, cosmetici, deodoranti personali e alcuni prodotti veterinari. Viene anche usato per trattare l'abbigliamento per prevenire lo sviluppo di odori sgradevoli.

Il suo utilizzo è raccomandato nelle persone eventualmente allergiche a prodotti contenenti cloro bromo o iodio 

 

 

Bibliografia 

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  2. Management of Chronic Wounds: Diagnosis, Preparation, Treatment, and Follow up.  - Gupta S, Andersen C, Black J, de Leon J, Fife C, Lantis Ii JC, Niezgoda J.  - Wounds. 2017 Sep;29(9): S19-S36
  3. Chronic wounds: the challenges of appropriate management. -   Atkin L.  -       Br J Community Nurs. 2019 Sep 1;24(Sup9)
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  5. Current Concepts in Debridement: Science and Strategies. -   Anghel EL, DeFazio MV, Barker JC, Janis JE, Attinger CE. - Plast Reconstr Surg. 2016 Sep;138(3 Suppl)
  6. Topical stabilized hypochlorous acid: The future gold standard for wound care and scar management in dermatologic and plastic surgery procedures. - Gold MH, Andriessen A, Bhatia AC, Bitter P Jr, Chilukuri S, Cohen JL, Robb CW. -      J Cosmet Dermatol. 2020 Feb;19(2):270-277
  7. Comparative Antimicrobial Activity of Commercial Wound Care Solutions on Bacterial and Fungal Biofilms.  -  Harriott MM, Bhindi N, Kassis S, Summitt B, Perdikis G, Wormer BA, Rankin TM,    Kaoutzanis C, Samaha M, Stratton C, Schmitz JE.  - Ann Plast Surg. 2019 Oct;83(4):404-410
  8. Use of wet-to-moist cleansing with different irrigation solutions to reduce bacterial bioburden in chronic wounds. -    Assadian O, Kammerlander G, Geyrhofer C, Luch G, Doppler S, Tuchmann F, Eberlein T,  J  - Wound Care. 2018 Oct 1;27(Sup10):
  9. Evaluation of short exposure times of antimicrobial wound solutions against microbial  biofilms: from in vitro to in vivo. -  Johani K, Malone M, Jensen SO, Dickson HG, Gosbell IB, Hu H, Yang Q, Schultz. -    J. Antimicrob Chemother. 2018 Feb 1;73(2)
  10.  Delivery of antiseptic solutions by a bacterial cellulose wound dressing: Uptake, release and antibacterial efficacy of octenidine and povidone-iodine. -   Bernardelli de Mattos I, Nischwitz SP, Tuca AC, Groeber-Becker F, Funk M, Birngruber T,  - Burns. 2019 Oct 22. pii: S0305-4179(19)30365-1

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